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Arte

Renato Guttuso: biografia del grande pittore italiano

Autore: Piero
Redatto il: 3 Giugno, 2020

Aldo Renato Guttuso è nato a Bagheria, grande comune della città di Palermo, il 26 Dicembre 1911, e morto a Roma il 18 Gennaio 1987; oltre ad essere stato impegnato anche politicamente nel parlamento del nostro paese, Guttuso è certamente ricordato come uno dei maggiori esponenti della pittura neorealista italiana, strettamente connessa con la corrente dell’impressionismo e caratterizzata per di più da un notevole impegno sui temi sociali.

Nato da papà Gioacchino, agronomo planimetrista nonché acquarellista dilettante, e Giuseppina d’Amico, il piccolo Renato si mostrò subito particolarmente incline all’arte pittorica, grazie particolarmente alle influenze ricevute dal padre e da uno dei suoi più cari amici, quel Domenico Quattrociocchi che lo fece definitivamente innamorare della pittura col suo stile puro, genuino, e così semplice, da arrivare direttamente all’anima. Da ricordare, è anche la sua partecipazione attiva alla politica italiana, essendo stato senatore del Partito Comunista Italiano per due legislature nel periodo in cui al suo timone c’era Enrico Berlinguer.

La sua adolescenza e la formazione professionale

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Se si pensa che il suo primo ritratto è datato 1925, e cioè quando Guttuso era appena quattordicenne, ci si può già rapidamente fare un’idea di quanto sia stato precoce il suo talento artistico; il successivo trasferimento a Palermo per completare il liceo ed accedere all’università rappresentò poi il reale punto di svolta della sua vita, e da lì iniziarono ad arrivare anche i primi riconoscimenti e successi.

La sua formazione professionale toccò il punto più alto grazie ai molti viaggi che il pittore italiano fece all’estero, che lo portarono a contatto con i principali esponenti dell’espressionismo europeo dal quale era fortemente attratto: Picasso, Courbet, Van Gogh, e tutte le principali correnti figurative europee hanno senza dubbio contribuito a modellare la formazione professionale e la stessa crescita dell’artista. Renato Guttuso si spense a Roma, triste ed in totale isolamento dopo la scomparsa della moglie, alla quale era assai legato.

Vita sociale di Renato Guttuso

Durante il servizio di leva che Guttuso stava compiendo a Milano, ebbe l’occasione di conoscere gente di arte e cultura del calibro di Manzù, Fontana, Antonio Banfi, Birolli, e fu proprio in quel periodo che il pittore siciliano abbracciò ‘l’arte sociale’, ovvero un modo di espressione pittorica avente temi sociali e morali talvolta anche molto forti, come ad esempio testimoniato nella ‘Fucilazione in campagna’, suo famoso quadro composto nel 1937.

Una volta assolti gli obblighi militari Guttuso si trasferì a Roma, dove aveva già allacciato buoni rapporti con alcuni esponenti della scuola romana come Marino Mazzacurati, Alberto Ziveri, Filiberto Sbardella, Pericle Fazzini ed altri, mantenendo però sempre vivi i rapporti d’amicizia stretti con i pittori milanesi. Nel 1940 Guttuso si iscrive nelle liste del Partito Comunista Italiano, in cui ha militato fino al suo definitivo scioglimento, avvenuto nel 1991.

Opere maggiori del grande pittore siciliano

‘La pittura è il mio mestiere, cioè…è il mio mestiere ed il mio modo di avere rapporti con il mondo. Vorrei riuscire ad essere appassionato e semplice, audace e mai esagerato. Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità’. Con queste sue parole risalenti all’anno 1957, Renato Guttuso esternava quello che era il concetto dominante dell’arte che egli aveva, un pensiero molto libero ed astratto, attraverso il quale però non mancava mai di esprimere il disappunto verso ogni forma di sopruso o ingiustizia sociale.

Tra le opere di maggior rilievo di Guttuso troviamo moltissime tele con natura morta come ‘Fiasco, candela e bollitore’ (1940), o ‘Natura morta con sega e accetta’ (1948), ‘Carretto con cavoli’, ed altre; numerosi sono anche i quadri raffiguranti paesaggi ed i ritratti di persone, tra questi ricordiamo: ‘Tetti di Roma’ (un bellissimo olio su tela del 1942), ‘Cactus sul Golfo di Palermo’ (1978), ‘Marina dell’Aspra’ (1949), ed il più recente ‘Tetti di Palermo’ (1985). Guttuso abbracciò anche il mondo dell’eros, disegnando molti nudi di donna e scene di vita sessuale comune, includendo nel suo vasto repertorio anche ritratti di donne nude e vestite.

Il museo dedicato a Renato Guttuso

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Il museo Guttuso è situato nel quartiere di Bagheria di Palermo, e cioè davvero a pochi passi da casa sua; inaugurato nel 1973, si erge su tre piani ed ospita tutte le opere dipinte dal pittore siciliano e da egli stesso donate alla città che gli diede i natali. Oltre alle sole opere del maestro stesso, il museo ospita anche collezioni di altri artisti dello stesso periodo, tra i quali possiamo citare Corrado Cagli, Giuseppe Tornatore (famoso anche in qualità di regista e produttore cinematografico), Silvestre Cuffaro, e quello stesso Domenico Quattrociocchi grazie al quale Guttuso si innamorò della pittura.

Chiuso per lavori di ristrutturazione nel 2014, il museo Guttuso ha riaperto i battenti il 26 Dicembre 2016, esattamente nel giorno del suo compleanno, ed è oggi attivo ed aperto al pubblico in tutte le aree interne di cui dispone, nelle quali si può respirare profondamente ciò che ha saputo esprimere l’arte di Renato Guttuso.

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